Scudetto Milan numero 19. Milano è “una-festa-rossonera” a cielo aperto, ma questa è storia ed è nota a tutti.
Ciò in cui voglio porre l’attenzione è che in questo traguardo ci sono stati, a mio avviso, due elementi poco scontati ma decisivi per la vittoria milanista.
Di cosa sto parlando?
Seguimi, te lo racconto.
Scudetto Milan: caratteristiche tecniche e non solo
Ovviamente per competere in Serie A, le caratteristiche tecniche sono fondamentali ma non mi soffermerò su queste, non avendo io le competenze per commentarle.
Il focus che mi interessa esplorare fa riferimento allo spirito di squadra e alla mentalità che, senza dubbio, hanno agevolato il raggiungimento dell’ambito risultato.
Lo stesso Mister in conferenza stampa dopo la premiazione ha ribadito: «Siamo una squadra di fenomeni». “Una squadra”. Un concetto che, in verità, è stato portato avanti e sottolineato per l’intera stagione da Pioli e da tutti i giocatori intervistati dopo le partite.
Una parola che racchiude un significato forte, fortissimo essenziale per vincere. Il calcio è uno sport che in campo ha bisogno di sinergia, intesa e aiuto reciproco tra i membri della squadra.
Se per le competenze tecniche, al di là della predisposizione personale, c’è l’allenamento fisico, per le caratteristiche della squadra e della forza mentale il training è tutto psicologico e con un gruppo di ragazzi giovani e giovanissimi il risultato non è scontato né facile da raggiungere.
Per unire armonicamente il gruppo c’è stato un lavoro sartoriale che, giornata dopo giornata, ha creato un team davvero unito. Ognuno ha agito per aiutare la squadra lasciando da parte i “numeri” per apparire ed emergere come personaggio lasciando indietro i risultati. A riguardo, ho in mente più di un nome emblema di questo atteggiamento, ma non citerò nessuno!
Una mentalità consapevole è una mentalità forte
La squadra è composta da molteplici unità con caratteri e sensibilità differenti e, se farli convivere insieme fa la differenza in campo, anche lavorare su ciascuno per rafforzare la mentalità personale è molto importante.
Il ruolo di calciatore porta grandissimi privilegi ai giocatori – che eviterò di commentare in questo articolo – ma insieme a fama e ricchezza, la kermesse crea stress e pressione psicologica a tutti e, soprattutto per chi è all’inizio della carriera, questi elementi possono avere forti ripercussioni assolutamente negative in campo.
Una mentalità forte permette di prendere piena consapevolezza di sacrifici, dolore, cadute, sconfitte, ingiustizie a cui corpo e mente verranno sottoposti durante allenamenti e partite. Accettare questo amaro pacchetto e avere la forza di rialzarsi dopo tutte le cadute nel percorso richiede necessariamente un allenamento intenso al pari di quello fisico, ma molto meno scontato.
La crescita del Milan come squadra è stata evidente. I riconoscimenti vanno sicuramente alle persone che con minuzia hanno preparato il gruppo psico-fisicamente al raggiungimento dello scudetto.
Complimenti a Mr. Pioli, allo staff e al leader: Ibrahimovic.
Pioli e lo staff hanno agito in modo composto, elegante ed efficace. Ibrahimovic, a modo suo. È arrivato, anzi tornato, al Milan da uomo maturo, da giocatore “grande” e si è fatto carico del ruolo che gli appartiene: il leader motivatore.
Vi lascio con il suo discorso appena rientrati nello spogliatoio dopo l’ultima fatica della stagione, un esempio forte di quanto descritto fin qui.
Ancora complimenti ai Campioni!
Foto header: @acmilan